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venerdì 29 settembre 2023

Tutta colpa di Garcia?

Garcia, chi era costui? La frase manzoniana di Don Abbondio riferita a Carneade sembra oggi l’interrogativo che affligge i tifosi del Napoli verso il proprio allenatore. Ma Rudi Garcia è veramente diventato, improvvisamente, un illustre sconosciuto? E’ giusto metterlo nelle vesti di capro espiatorio di questo avvio altalenante e incerto degli azzurri?

L’analisi generale del momento del Napoli non può limitarsi esclusivamente alla critica aspra al tecnico francese. Ci sono responsabilità che partono da lontano e che coinvolgono sia la Società che la stessa rosa di calciatori. Garcia, rispetto a Spalletti, non ha potuto avere Kim a disposizione e in sostituzione del “Mostro” (come è stato ribattezzato anche in Bundesliga) è arrivato un ragazzo brasiliano che oggi, in attesa di rivelazione, fa più rima con oggetto misterioso che con difensore. A questo va aggiunto il momento non certo brillantissimo di Osimhen e Kvara, due protagonisti assoluti della stagione trionfale “spallettiana” e che adesso sembrano emuli sbiaditi di quei due campioni che hanno strabiliato l’Italia e l’Europa.

Fossilizzarsi sul lavoro di Garcia, a nostro parere un esercizio miope e improduttivo. Soprattutto dopo appena un mese di campionato. Così come è assurdo pensare che il tecnico francese potesse duplicare alla perfezione gli schemi e la strategia di Spalletti. Nel calcio non funziona nulla per processi imitativi, c’è l’identità di un allenatore che cerca di proporre le proprie idee. Cosa che Garcia sta introducendo, dando più spazio a Raspadori, cercando il graduale inserimento di Cajuste, lavorando sul pacchetto difensivo orfano del suo antico pilastro coreano. E se qualcuno oggi dovesse pensare che Garcia sia stato pescato a caso da un campionato amatoriale o dal “Torneo dei Quartieri” ne andasse a rileggere il curriculum e il palmares. Quelli di un tecnico che ha vinto coppe e scudetti, senza oltretutto mai guidare super corazzate multinazionali. Diamogli il tempo di mettere il Napoli al centro del Villaggio, come ama dire in quello che è ormai un suo celebre proverbio. Evitiamo di cadere in un gioco al massacro che non è utile a nessuno. E soprattutto smettiamo di chiederci: Garcia, chi era costui? Perché di sicuro, in questo momento, il carneade non è certamente lui…

Direttore editoriale
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