La canta Madonna negli anni ’80 e cambia ogni anno: Vogue, moda.
Di Eugenia De Luca
La canta Madonna negli anni ’80 e cambia ogni anno: Vogue, moda.
Realtà nazionale e locale.
La storia Italiana annovera fior di stilisti che hanno lasciato il segno in tutto quel filone d’arte vissuto negli anni passati, in particolar modo nei “fantastici” anni 70’.
Mi riferisco al genio creativo di Gianni Versace, alla rivoluzione di Giorgio Armani, alle linearità di Miuccia Prada ed al monogramma Gucci.
Case che hanno segnato la storia, influenzato le generazioni e fatto girare l’economia.
Cosa resta di tutto ciò? Quanto è condivisa e reale quella moda pubblicizzata dagli, ormai, esperti fashion blogger e web influencer?
È una questione di tendenza. È la risposta comune, ma, in parte è l’avvento dei social su ogni sfera sociale.
Siamo nel pieno della rivoluzione mediatica; si compra sul sito internet ed il capo lo potrai misurare a casa; qualora non dovesse andar bene, il corriere sarà già pronto a ritirare il tuo pacchetto da rendere al mittente. È il mondo del e-commerce; a breve anche il latte ed il pane saranno spediti a casa come pacchi postali.
La nostra città, conta molte attività storiche operanti nel settore; gli “obsoleti” artigiani, coloro che credono, ancora, nel tramandare l’attività commerciale di padre in figlio.
Ma sarà forse questo il perché ?! E’ forse questo il problema: capire che certe attività e certi ruoli non saranno mai obsoleti ma, bensì, adoperarsi nella direzione giusta affinché le generazioni emergenti comprendano di quanto questo mondo possa ancora dare tanto.
Tante le attività a gestione familiare, che negli anni, subissati dalle massacranti pubblicità dei competitor, hanno dovuto cedere le gestioni per dare spazio a ben noti grandi magazzini: immensi paradisi terrestri dove il cotone viene scambiato per la seta ma dove la scelta della materia prima, probabilmente, non è più così importante quanto l’opinione che potrà suscitare la giusta condivisione sul proprio profilo.
